La storia della musica confusa nella mitologia

La nascita della musica cretese è avvolta dalla leggenda, che la vuole originata dalla necessità di coprire il pianto di Zeus bambino, re degli dei. I Cureti battevano i loro scudi e danzavano, per fare rumore e confondere Cronos, affinché non sentisse il pianto del suo figlioletto nascosto in una grotta (grotta di Psychro o Diktéon Ándron) proprio sull’isola di Creta, nella prefettura di Lasithi, e finisse per mangiarlo, come aveva fatto con gli altri suoi figli.

Spesso mito e storia si intrecciano a Creta, e per la musica e la danza vale lo stesso: fin dalla notte dei tempi hanno avuto un ruolo importante nella vita quotidiana e in quella religiosa, in occasione della nascita così come della morte, nello spettacolo e persino nella guerra. La testimonianza è nelle opere d’arte, nei racconti di Omero, che riproducono o narrano di strumenti musicali e gruppi di danzatori, già dall’epoca minoica.

Le radici della tradizione

La canzoni tradizionali, chiamate ριζίτικα – rizitika “delle radici”, spesso non hanno un titolo. Per la maggior parte sono state composte da autori sconosciuti, alcune risalgono a prima del XVI secolo, e sono state tramandate fino ai giorni nostri contraddistinte da una strofa, in genere la prima, o a volte la più significativa. La struttura melodica deriva dalla musica bizantina, evoluzione della musica greca antica, e anche alla base della musica greca successiva, sacra e non. Piene di sentimento e di passione, ma sempre espressione di dolore, non sono fatte per essere accompagnate da danze. In genere sono cantate da una voce solista che introduce un gruppo di versi e da un coro che li ripete.

La sopravvivenza delle antiche canzoni è dovuta principalmente alla notevole importanza e forza dei testi, un elemento che ancor oggi ha un ruolo predominante quando viene accompagnato dalla liyra cretese (a tre corde, derivata dalla lyra medievale bizantina) ed esprime amori e patimenti, in modo serio o, raramente e in epoche più recenti, satirico, in una forma poetica particolare: la μαντινάδα – mantinada (dal dialetto veneziano “cantata mattutina”). Questo tipo di espressione in rima è infatti tipica del periodo del dominio veneziano a Creta (1209/1669), però esisteva probabilmente gia da prima, e a riprova di ciò i cretesi amano citare alcuni versi del poeta Callimaco di Cirene, risalenti addirittura al III secolo a.C.!

Fatto è che alcune mantinades sono passate ormai alla storia, mentre altre continuano ad essere a tutt’oggi create dai musicisti secondo l’ispirazione del momento, anche eseguendo variazioni sulle melodie di base, contribuendo così a mantenere la musica e le canzoni cretesi sempre vive, pur senza distaccarsi troppo dalla tradizione. Molto suggestiva, durante l’esecuzione, la versione a “botta e risposta” in cui l’improvvisazione dei versi crea una sorta di dialogo tra i cantori presenti.

L’improvvisazione contribuisce alla diacronicità non solo delle canzoni, ma anche dei generi della musica cretese che accompagna i balli tradizionali cretesi: sirtòs, chaniòtis, pentozàli, sùsta e altri tipi di ritmi, che non vengono semplicemente riprodotti, ma interpretati secondo lo stato d’animo del musicista.

Erotokritos: la grande storia d’amore della musica cretese

Ερωτόκριτος Erotokritos (torturato dall’amore) è un poema cavalleresco scritto da un nostro connazionale all’inizio del XVII secolo, durante il dominio veneziano a Creta. Per comporlo, Vincenzo Cornaro usò la versione cretese della lingua greca e la struttura decapentessilabica tipica delle mantinades. Vi si narrano le disavventure del povero figlio del consigliere del re, Erotokritos, il cui nome dà il titolo al poema, innamorato della principessa Aretusa. La musica al poema venne aggiunta ufficialmente nel 1976, dal compositore ateniese Christodoulos Halaris, seguendo lo schema della tradizione musicale di Creta già proposta da altri grandi suonatori di lira cretese degli anni ’30, ’40 e ‘50 che contribuirono a rendere il brano intramontabile, particolarmente commovente quando eseguito da artisti originari dell’isola, del calibro, ad esempio, di Nikos Xilouris.

Le influenze esterne sulla musica cretese

Esiste una corrente definita rebetiko cretese, e altre correnti meno conosciute, come quella influenzata dalle melodie provenienti dall’Asia Minore, importate dai profughi del 1922, ma anche direttamente dai Turchi già dalla fine dell’800.

Volendo riassumere la storia della musica cretese in pochi punti salienti, secondo gli esperti: questa affonda le prime radici documentabili nella musica sacra bizantina, si evolve attraverso l’apporto italiano del dominio veneziano, è influenzata dalla tradizione musicale ottomana e dalle melodie importate dall’Asia Minore, nonché dai suoni folk della musica greca contemporanea.

Musica del XX e XXI secolo: έντεχνη – entechni (frutto di studio e arte)

Concetto valido per tutta la musica greca, anche la “entechni” cretese si basa su ritmi e melodie tradizionali, e su versi di poeti greci. Alcune canzoni, non ballabili, sono state immediatamente riconosciute come così rappresentative da entrare in pochi anni nel repertorio di molti musicisti: ripetute nelle occasioni di festa e amate dal pubblico, si sono cominciate a considerare “tipiche cretesi” già dopo pochi decenni. Gli autori sono gli esponenti più importanti della musica cretese contemporanea: Yannis Markopoulos, il già citato Nikos Xilouris, l’eccentrico Psarantonis, e il gruppo di giovani musicisti Chainides.

Di origini cretesi ma nato in Irlanda, il musicista Ross Daily ha dato alla musica di Creta un nuovo respiro e un nuovo strumento musicale: un tipo di lyra progettato da lui stesso, che riunisce le caratteristiche della lira cretese e quelle dell’indiano sarangi. In epoca contemporanea, quando si parla di musica cretese si parla anche di “folklore”, con una rappresentazione moderna in qualche modo stereotipata, così come di musica “etnica”, influenzata da correnti culturalmente più evolute.

Di fatto, i giovani cretesi sono ancora molto legati alla musica e alle danze cretesi, e a Creta esistono moltissime scuole di musica e di danze popolari. La percentuale di ragazzi che suona uno strumento musicale tradizionale, soprattutto la lyra cretese, ma anche il mandolino, il lauto, la mandoura (un piccolo flauto), l’ascomandoura (una sorta di zampogna), è incredibilmente alta.

Conoscete il “Sirtaki”? Ebbene, non è cretese

Nel 1964, nella colonna sonora del film “Zorba” viene inserito il brano ballato dai protagonisti (Anthony Quinn e Alan Bates) sulla spiaggia di Stavros. Ne è nata la leggenda che si tratti di un ballo tipico cretese, che i turisti si aspettano di veder danzare ad ogni festa. È vero che il ritmo creato dal compositore Mikīs Theodōrakīs è ispirato a delle danze greche popolari, in particolare al syrtos (sirtòs), ma no, non si tratta di un autentico brano cretese.