Il Disco di Festo a Creta

Tutto sul Disco di Festo a Creta: si tratta di una meraviglia di altri tempi, di un reperto archeologico di grande impatto sia visivo che storico, oltre che uno dei più grandi misteri nella storia dell’archeologia.

Il “Disco di Festo” – di origine Minoica – risale al II millennio a.C. (tra il 1600 ed il 1400a.C.) ed è stato ritrovato a Creta, nel Palazzo di Phaistos (Festo, appunto), anche se gli storici e studiosi concordano sul fatto che questo non sia il lugo in cui il disco sia stato realizzato. Con un diametro di circa 15cm, e risporta su entrambe le facce una serie di iscrizioni a spirale. Il significato di queste ed il loro scopo rimangono, ancora oggi, un mistero, così come l’esatta ubicazione del luogo di realizzazione di un simile, unico oggetto.

Il disco venne scoperto dall’archeologo italiano Luigi Pernier nel 1908 all’interno di quello che venne poi individuato come il magazzino sotterraneo di un tempio, che non conteneva conteneva manufatti preziosi. Il magazzino ed il tempio furono distrutti dall’eruzione del vulcano di Santorini, che nel II millennio a.C. colpì un’estesa zona mediterranea

Il disco, di circa 15cm di diametro, è inciso su entrambe le facce, e di simboli sul disco – che si “leggono” in senso antiorario, partendo dalla parte più esterna per terminare con il centro del disco – sono 241, di cui 45 unici. Per la realizzazione dei singoli simboli si pensa all’utilizzo di sigilli singoli, impressi sulla terracotta ancora calda. L’accuratezza dell’esecuzione è dimostrata non solo dai dettagli dei singoli sigilli, ma anche dall’utilizzo dello spazio a disposizione, che viene praticamente utilizzato del tutto. I 241 sigilli sono stati, nel corso del tempo, paragonati a diverse scritture ed alfabeti, anche remoti, senza mai dare risultati positivi. La somiglianza di alcuni caratteri con i geroglifici egiziani e con quelli anatolici, hanno fatto supporre un’origine anatolica, ma le ricerche condotte finora non lasciano ben sperare: senza la scoperta di altri manufatti simili, o documenti che riportino più approfonditamente la civiltà da cui esso proviene, la sua decrittazione è impossibile.

I simboli riportati sul disco mostrano come siano state incise 30 parole su una faccia, e 31 sull’altra, e non si è ancora stabilito quale delle due facce sia da leggere per prima. La lunghezza di queste “parole” varia da 2 a 7 simboli, ed il termine di ogni parola è segnalato da un’incisione obliqua.

Il Disco di Festo si trova oggi esposto nel Museo Archeologico di Heraklion.