Giulia e il suo dottorato di ricerca a Creta

Giulia Bonetto, trasferitasi a Creta a fine 2013 per iniziare il dottorato di ricerca, attualmente lavora in un laboratorio di neurobiologia, dove svolge il dottorato lavorando su modelli di demielinizzazione, legati soprattutto alla Sclerosi Multipla. Creta, oltre ad un essere un’isola meravigliosa, ricca di paesaggi mozzafiato e divisa tra mare e montagna, le ha offerto la possibilità di seguire le sue aspirazioni e di realizzare i propri progetti. Il suo futuro? “Un grande punto interrogativo. Innanzitutto devo finire il dottorato e poi deciderò dove andare. Non credo di ritornare in Italia, almeno per il momento, perché le possibilità nel mondo della ricerca sono davvero limitate”. Tutto è iniziato alla fine del 2011, quando vinsi una borsa di studio dell’Università di Torino per la mobilità internazionale e venni a Creta per la mia tesi di Laurea Magistrale. Rimasi qui fino a Giugno 2012, quando tornai a Torino per completare i miei esami e laurearmi”.

Cosa ti ha convinto poi a restare definitivamente a Creta?

Durante la mia permanenza qui a Creta, il laboratorio vinse un progetto europeo chiamato “Aristeia”, che sarebbe durato per 3 anni e sarebbe iniziato a fine anno (2012). Così decisi di iniziare il dottorato qui. Mi sono laureata in biologia cellulare e molecolare ad ottobre 2013 e sono tornata a Creta a dicembre dello stesso anno, per iniziare il dottorato.

Ti ritieni un “cervello in fuga”?

Ni, nel senso che non sono andata via dall’Italia per mancanza di lavoro, ma semplicemente perché avevo trovato lavoro prima da un’altra parte. In ogni caso noto che la situazione in Italia non è tra le più rosee (anche in Grecia è lo stesso), quindi dopo il mio dottorato, dubito di ritornare nel mio Paese.

 dottorato di ricerca

Di cosa ti occupi nello specifico a Creta?

Lavoro in un laboratorio di neurobiologia e sto facendo il mio dottorato lavorando su modelli di demielinizzazione, legati soprattutto alla Sclerosi Multipla.

Quali differenze hai riscontrato tra il mondo universitario cretese e quello italiano?

A differenza di quello che si possa pensare, l’università greca è organizzata meglio rispetto a quella italiana. Innanzitutto i greci si diplomano un anno prima di noi italiani (18) e la nostra cosiddetta laurea triennale per loro dura 4 anni (quindi hanno un 4+2). Ma la cosa più importante, soprattutto nelle discipline scientifiche, è che fanno molta più pratica di laboratorio rispetto a noi italiani. Quando arrivai qui la prima volta, rimasi sorpresa nel constatare come ragazzi molto giovani fossero già così bravi nelle pratiche di laboratorio: tanto per intenderci, in Italia, se va bene, si fa un laboratorio una volta l’anno, mentre in Grecia si è obbligati a passare due dei quattro anni, completamente in laboratorio (provandone diversi e imparando diversi approcci). Un’altra importante differenza è che qui si è molto più indipendenti, non esiste il concetto: “Sei giovane, quindi non sai quello che stai facendo”. Ricordo che quando iniziai il dottorato, la mia supervisor mi disse: “Questo è il tuo progetto, ora veditela tu”. Ovviamente avendo il sostegno dei supervisor si è molto più liberi di fare le proprie scelte.

Esiste la famigerata “meritocrazia” a Creta?

Sotto questo punto di vista, la Grecia è molto simile all’Italia. Diciamo che se conosci le persone giuste puoi arrivare molto in alto, anche in ambiente accademico.

Quali sono le bellezze di Creta?

Per rispondere a questa domanda non mi basterebbe una pagina intera! Creta è un’isola stupenda, sia da un punto di vista naturale che antropologico. Le bellezze naturali spaziano dal mare (acque cristalline e spiagge tropicali), alle montagne (stupende), passando per le pianure. Credo tuttavia che l’aspetto più bello di Creta siano i cretesi: sono persone stupende, cordiali, ospitali e che sanno come godersi la vita.

Quali sono i pro e i contro del vivere a Creta?

E’ un’isola ed è un’isola! Adoro il fatto di vivere in un posto poco caotico e con poco inquinamento, dove per raggiungere i tuoi amici ti servono solo pochi minuti, però dall’altro lato l’isolamento può diventare pesante, soprattutto d’inverno, quando le connessioni con l’Europa sono limitate.

A chi la consiglieresti per un trasferimento e a chi no?

In realtà consiglio a tutti di trascorrete un periodo qui, per poter scoprire questo posto meraviglioso. Soprattutto agli amanti della natura e del buon cibo. Lo sconsiglierei soltanto ai city-addicted, coloro che non possono fare a meno delle comodità di una grande città. Qua non le troverebbero.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Il mio futuro è un grande punto interrogativo. Innanzitutto devo finire il dottorato (spero entro il prossimo anno) e poi deciderò dove andare. Non credo di ritornare in Italia, almeno per il momento, perché le possibilità nel mondo della ricerca sono davvero limitate. Mi piacerebbe rimanere nel mondo della ricerca e poter lavorare in università, ma desidero anche formare una mia famiglia e per questo devo cercare di combinare le mie aspirazioni con quelle del mio fidanzato (anche lui ricercatore), e tentare di fare ricerca nello stesso posto.

giulia.bonetto88@gmail.com

A cura di Nicole Cascione